IL MERCATO E’ IN RIPRESA E IL MATTONE RITROVA FIDUCIA
Il mercato immobiliare nell’ultimo decennio è cambiato moltissimo. Siamo passati dall’ascesa dei primi anni duemila, anno record per numero di compravendite residenziali il 2007 con oltre 840mila transazioni nel comparto residenziale, alla forte discesa del periodo successivo che ha più che dimezzato i volumi. Solamente negli ultimi due anni si è registrato una graduale ripresa, che nel 2017 ha riportato il numero delle compravendite nel comparto casa a circa 540mila.
Anche per il settore corporate e commerciale il 2017 si è chiuso con un volume complessivo d’affari superiore a 11 miliardi di euro ed una forte spinta nella logistica industriale. Abbiamo quindi assistito ad una profonda crisi di settore, più incisiva rispetto alla normali ciclicità del mercato, poiché in concomitanza ad una generale e diffusa flessione economica nazionale ed internazionale, per i noti problemi congiunturali.
Ma quali sono le previsioni per il futuro?
Ovviamente l’analisi non può fermarsi alla quantità di transazioni, ma deve essere più qualitativa ed il mercato va osservato da molti punti di vista.
Rimane fondamentale il ruolo svolto dalle istituzioni, anche se rendimenti interessanti e ripresa economica riportano al centro dell’attenzione il settore immobiliare nonostante l’incertezza sulle prossime elezioni.
Il tema più ricorrente, che riguarda anche molti altri settori economici , è quello della “semplificazione”, ovvero la necessità di rendere più agevoli e convenienti le procedure per chi acquista o vende e di offrire maggiori certezze agli investitori. In un paese dove periodicamente si adottano nuove tassazioni o si cambiano quelle esistenti, dove i pubblici registri sono di difficile consultazione, dove l’ottenimento di concessioni edilizie a volte necessita di tempi biblici, diventa oggettivamente complicato generare un forte impulso.
Dimenticando, tra l’altro, che invece l’edilizia ed il settore immobiliare in genere sono stati, in altri momenti storici, motori potenti per lo sviluppo economico del paese.
Il mercato è in ripresa, il mattone in ambito residenziale ritrova fiducia e quindi, anche se può sembrare paradossale, siamo in un fase positiva sia per chi compra che per chi vende casa. Mi spiego meglio: chi vende lo può fare finalmente in tempi più rapidi rispetto ad un recente passato a fronte di una crescente richiesta, infatti i tempi medi di vendita si sono abbassati da 8/9 mesi a 4/5 mesi; per chi acquista si prospetta la possibilità di investire cifre ragionevoli essendo i prezzi stabili e ancora condizionati dalla recente crisi. Inoltre il mutuo per acquisto sta diventando maggiormente accessibile, in relazione alle politiche creditizie praticate dagli istituti bancari, più favorevoli per la clientela.
La crescita nel comparto corporate si inserisce invece in un contesto europeo notevolmente positivo e l’Italia registra un volume di investimenti ancora frenato, soprattutto in relazione al peso della nostra economia all’interno dell’ Unione Europea, ma risulta chiaro che il nostro paese non è più ritenuto a rischio, come confermato dal notevole interesse degli operatori internazionali che hanno negoziato oltre il 70% del valore riferito ai trasferimenti immobiliari nel 2017.
Anche nello scenario europeo, dopo il lungo periodo di flessione, si prospetta una forte ripresa, come previsto dall’European Outlook presentato nei mesi scorsi da Scenari Immobiliari.
Le previsioni per 2018 stimano una ripresa, graduale ma positiva, almeno per le principali nazioni. I prezzi saranno un ripresa in quasi tutti i settori con punte superiori al 4% per la Germania e la Spagna.
Il fatturato immobiliare italiano nel 2018 è previsto in aumento del 6.2%, con un lieve rialzo dei prezzi pari all’1.1% medio. Forte ripresa della Spagna con un +15,1% previsionale e bene anche la Francia con un +10.5%. Per il Regno Unito si stima un +9% anche tenendo conto dell’effetto Brexit, che si sta rivelando non così drammatico per il settore immobiliare.